IL MIO STILE

Ognuno ha la propria personalità artistica.

Ti invito a conoscere la mia.

IL RUOLO DEL DISC JOCKEY - INTRATTENITORE

Se chiedi a dieci DJ professionisti quale ritengono sia il ruolo del disc jockey e come debba essere svolto ti daranno delle spiegazioni tutte diverse, alcune delle quali assolutamente opposte.

La ragione non è che non abbiano le idee chiare o che non sappiano fare il proprio mestiere.

Il fatto è che la professione di DJ si presta a diverse funzioni a seconda degli eventi di riferimento e non è sempre detto che le caratteristiche di un certo professionista si adattino a qualsiasi contesto, location e pubblico.

Troverai chi, per esempio, sostiene che il DJ è un artista che deve anticipare i gusti e le tendenze e condurre il pubblico verso nuovi sound; chi, al contrario, sostiene che il DJ sia un jukebox disponibile alle richieste del pubblico qualsiasi esse siano. Altri ancora saranno inflessibili nel portare avanti il proprio genere musicale a prescindere dal tipo di evento.

Nella mia carriera in realtà ho dovuto adattarmi a tantissime situazioni diverse perché, per mio carattere, sento il bisogno di imparare e per questo voglio uscire dalla zona di comfort.

Spesso mi è accaduto di avventurarmi in cose molto difficili (serate di generi musicali che conoscevo non approfonditamente, matrimoni con pubblico internazionale, eventi aziendali con ospiti solo russi e tanto altro) e questo mi ha obbligato ad investire tantissimo tempo e denaro per essere all'altezza delle promesse fatte a chi ha avuto fiducia in me. 

In ogni caso è certo che la mia idea di DJ per eventi me la sono fatta e voglio spiegartela.

 

IL MIO CONCETTO DI DJ

 

Anzitutto un DJ per eventi, quasi qualsiasi tipo di evento, non può comportarsi da fenomeno. Il concetto di DJ precursore di mode degli anni 70 ed 80 è scomparso. In quell'epoca (ed ancora oggi per certi generi musicali: afro-funky, TSOP Philadelphia Sound, Hip Hop) il DJ proponeva dischi conosciutissimi ed altri meno noti, e tutti ballavano qualsiasi cosa, perché il fenomeno DISCO era appena nato e c'era una grande voglia di ballare e saltare. Proprio in quegli anni sono nate come funghi discoteche che ancora oggi rappresentano la "storia". Pochi locali hanno aperto i battenti dopo questo periodo storico resistendo fino ai giorni nostri.

Questo ruolo di precursori delle mode è molto cambiato con la globalizzazione musicale degli anni 90 e 2000. Trascinati dai grandi network radiofonici nazionali ed internazionali, i tormentoni della dance hanno preso il sopravvento e soprattutto negli anni 90 abbiamo visto il periodo di massima fioritura e consolidamento delle situazioni discotecare. Quello della discoteca era uno stile di vita, si aspettava il weekend per andare a ballare e rimorchiare. I locali erano divenuti luoghi di pellegrinaggio, i posti per eccellenza in cui si svolgeva la vita sociale dei giovani che volevano sentirsi grandi. C'erano in quel periodo tanti locali, tutti pieni, ed un grande entusiasmo attorno al ruolo del DJ, che aveva una discrezionalità di selezione leggermente minore rispetto al passato ma ancora poteva proporre in alcuni generi musicali (house, techno) brani poco conosciuti.

Il fenomeno di Spotify, di Youtube, dei canali di streaming e la possibilità dunque di attingere a qualsiasi brano e genere musicale in pochi secondi e senza costi ha tuttavia dissolto gran parte della magia di quei decenni e, al contempo, mortificato i ruolo della della maggior parte dei DJ. Il DJ oggi non ha più, salvo in qualche contesto e raro caso, un ruolo di "educatore musicale" ma piuttosto di "riassuntore". Deve essere in grado di fare una sintesi di generi musicali, gusti e sonorità e fare in modo di accontentare al massimo il pubblico che si trova di fronte. 

Questo vale a maggior ragione per gli eventi privati: un DJ non può permettersi di fare il fenomeno ad un matrimonio, proponendo ostinatamente solo al sua musica e non ascoltando le proposte dei clienti e richieste dei loro ospiti.

 

IL SERVIZIO SARTORIALE

 

Ad un certo punto nel settore dei matrimoni e degli eventi privati hanno iniziato a sorgere ovunque le "proposte sartoriali". Intuita cioè la tendenza di alcuni DJ di fare di testa propria e non assecondare le richieste dei clienti, alcuni più furbi hanno iniziato a concordare, con i futuri sposi ad esempio, la scaletta musicale da seguire durante tutto l'evento.

Questo ha portato una importante rivoluzione nel mondo del DJ per eventi, definito Music Designing. Tuttavia questo si è rivelato un concetto pericoloso per i clienti perché su di loro, in caso di cattiva riuscita di un evento sotto il profilo musicale, veniva scaricata la responsabilità sulla scelta delle canzoni e dunque dell'insuccesso di un evento. 

In realtà, così come un bravo cuoco deve sapere se soffriggere la cipolla per fare un minestrone, così un DJ professionista non dovrebbe, a mio avviso, scaricare la responsabilità di costruire musicalmente l'evento voluto dal cliente, specie quando quest'ultimo non è un musicista professionista. 

Quando invece vi sia la richiesta del cliente e la sua piena competenza un DJ deve adattarsi ed ascoltare per assecondare esattamente lo stile ricercato.

 

IL MIO STILE

 

Secondo me un DJ per eventi deve avere buon senso. Se ci troviamo al Gritti Palace di Venezia, uno dei più lussuosi hotel del mondo, e il DJ inizia a proporre agli invitati Maracaibo e Macarena starnazzando al microfono come in una sagra forse non ci siamo. Se invece ci troviamo in una villa veneta, gli invitati sono giovani casinari e il DJ inizia a proporre revival 70 con lo stile dell'epoca (dischi lunghi, mix lunghi, pezzi talora sconosciuti) ancora una volta non ci siamo.

Io cerco di adattarmi sempre al pubblico che ho di fronte. 

Il mio stile di intrattenimento è allegro. Il DJ secondo me deve essere in grado di alzare l'asticella, tenere alto l'umore degli invitati e il mood della giornata senza essere fuori luogo. Parlo molto al microfono durante gli eventi e serate che faccio, sempre naturalmente con il buon senso di cui ti parlavo. Se c'è una festa in cui gli invitati sono "animali" (non è un diminutivo, è una parola che piace molto in alcune feste particolarmente etiliche), io mi comporto da "animale" più di loro.  Se ci sono persone tranquille io cerco sempre di essere più allegro di loro e tenere alto il morale ma senza ridicolizzare il contesto.

Il mio stile musicale è commerciale e 360 gradi, con particolare attenzione all'happy music. Durante i miei eventi posso accontentare cioè a livello elevato tutte le richieste di esibirmi in generi di massa (dance commerciale, dance '90 e 2000, Reggaeton, House, Revival, musica italiana). Posso inoltre proporre, concordandolo con gli sposi, sound particolari (tango, latino caraibico). In caso non riceva indicazioni dai miei clienti io propongo un repertorio allegro che possa coinvolgere la maggior parte degli invitati. 

 

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© Marco Bollani DJ